FESTE RELIGIOSE E COMITATI

Sant'Antonio da Padova
- 13 Giugno -

Festa Sant'Antonio

L’altare nella visita pastorale del 1736 veniva descritto di appartenenza all’Università di Cardile, di cui era beneficiario don Giuseppe Riccio, arciprete di Cardile, come da bolla del 1721. A favore dell’altare vi era un legato di Angela De magistro della Terra di S. Theodoro; altro legato era stato lasciato a devozione di Sant’Antonio da Francesco Riccio con un capitale di 30 ducati. I beni dell’altare venivano amministrati dal Parroco Rocco Auricchio, a cui era affidata anche l’amministrazione del Monte frumentario. I monti frumentari, anticamente, erano considerati alla stregua di una banca in natura. I contadini potevano prendere a prestito il grano presso la parrocchia e il tomolo preso a raso nel recipiente veniva restituito al Monte frumentario dopo la battitura del grano con il recipiente stesso riempito a colmo, che rappresentava una forma di interesse per il grano preso a prestito.

Per tale funzione il parroco percepiva uno stipendio.

Sull’altare, all’interno di una nicchia, era collocata una statua lignea di Sant’Antonio da Padova. La statua di recente restaurata ha una fattura barocca e dovrebbe risalire al seicento. Il suo recente restauro ha permesso di notare come in origine la statua era rivestita di colore marrone, il quale colore richiama l’abito dei francescani, mentre in precedenza la statua era rivestita di un colore nero, a testimoniare la prima appartenenza del santo alla famiglia agostiniana.

Festa di San Giovanni Battista
- 24 Giugno -

Festa di San Giovanni Battista

Si tramanda che la statua di San Giovanni Battista sia arrivata a Cardile intorno al 1700. I miei nonni raccontavano che la statua era stata costruita nelle botteghe degli artigiani di Napoli, utilizzando legno di pero selvatico.

Da Napoli a mezzo barca giunse nello “scarico” di “Casalicchio”, l’ odierna Marina di Casalvelino.

A quei tempi il Cilento era sprovvisto di strade, i cardilesi dovettero trasportare la statua con un carro trainato da buoi lungo i fiumi, fino a raggiungere la fiumara sotto Cardile. Giunti alla fine della fiumara, intrapresero la strada mulattiera che esisteva a quei tempi e dovettero continuare così il percorso trasportando la statua a spalla. Il peso della statua era però enorme, si racconta che il peso comprensivo dell’imballaggio era di ben 4 quintali. Stanchi e sfiniti decisero di aprire l’imballaggio curiosi di vedere che cosa stavano trasportando. All’apertura dell’imballaggio rimasero abbagliati dalla bellezza e dalla veridicità quasi umana della statua, tanto che suscitò in loro una commozione profonda e per il resto del tragitto sembrò che la stessa pesasse di meno. Riprendendo a camminare e percorrendo le zone sottostanti Cardile, ad oggi conosciute come “Santiiuri” e “Acqua re l’uocchio” i devoti decisero di nominare, quale proprietario di quelle terre, San Giovanni Battista.

Giunti a Cardile, iniziarono i festeggiamenti in onore del Santo Patrono. Subito fu’ formato un comitato festa, il quale, girando per il paese, raccoglieva in dono tutti i prodotti che si ricavavano dal lavoro della terra: olio, grano, vino, formaggio. Al parroco dell’epoca fu così assegnata una dimora e lo stesso viveva con la rendita che veniva dalle terre che erano state assegnate a San Giovanni. I prodotti che arrivavano da queste terre il giorno della vigilia della festa venivano venduti all’asta “a lume di candela”; il che significava che al consumarsi e allo spegnersi della candela l’ultima offerta si aggiudicava i prodotti. Dai pastori locali veniva offerto un agnello e lo stesso veniva poi sorteggiato sempre il giorno della vigilia, ed il giorno seguente veniva portato in processione (come accade ancora oggi) dietro la statua.

Ricordo che in passato alcuni devoti del vicino Piano Vetrale portavano in processione un agnello offerto per voto.

Fino agli inizi del 1940 la festa si svolgeva in una sola giornata. Una santa messa veniva celebrata la mattina ed a seguire c’era la processione per le vie del paese, alle ore 13.00 terminava tutto.

Negli anni dal 1922 al 1925 la processione in onore di San Giovanni veniva accompagnata dalla banda musicale locale, diretta dal Maestro Eugenio D’Aiuto.

Nel 1938 grazie al Maestro Arturo Vitalone si ebbe la riorganizzazione della banda che di nuovo accompagnò le processioni.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la banda cessò di esistere nuovamente poiché i ragazzi furono chiamati alle armi.

Sul finire degli anni ’60, il defunto Pasqualino Rizzo, per grazia ricevuta, formò di nuovo un comitato, anche alla luce delle condizioni economiche del paese che nel frattempo erano migliorate positivamente, e si iniziò a festeggiare in maniera più solenne la festività di San Giovanni Battista.

Fu da allora che le processioni furono accompagnante da bande musicali famose, “da giro”, come erano definite allora.

Tornando invece agli inizi del ‘900 c’era un’altra tradizione che oggi è scomparsa. Essendo San Giovanni patrono delle tempeste venivano suonate le campane “a distesa”, quando ad esempio si presentavano dei temporali o delle forti grandinate.

Altro avvenimento importante, raccontato dai miei nonni, legato alla figura del Protettore, risale agli anni 1928-29: il parroco di allora, don Carmine Paladino originario di Cardile, decise assieme alla popolazione, di vendere le terre di San Giovanni per procedere alla ristrutturazione della chiesa, alla luce dell’aumento demografico del paese.

Nel 1930 però don Carmine Paladino morì e fu nominato nuovo parroco di Cardile don Alessandro Salati da Gioi. Don Alessandro tra gli anni 1930-1934 fece realizzare i lavori voluti da don Carmine.

Il progettista fu l’ingegnere Anzalone da Salerno e la ditta che realizzò i lavori fu Carlo Scarpa di Gioi.

Importante è sapere che prima di questi lavori l’ ingresso principale era dove oggi si trova l’altare, mentre l’altare era dove è collocato l’ingresso odierno. La nicchia di San Giovanni invece si trovava sul lato sinistro dove oggi è ubicata “la saletta”, e sempre lì si trovava la sagrestia.

Continua ancora oggi la forte devozione degli abitanti di Cardile in onore del loro Santo Protettore. I solenni festeggiamenti ogni anno si ripetono con tanta fede, partecipazione e trasporto emotivo.

Non manca la presenza di devoti che dai paesi vicini, come nel passato, vengono a Cardile a chiedere l’intercessione del Santo. Il tutto condito dalla presenza delle bande di prestigio nazionale che accompagnano la processione ed allietano la serata con le loro melodie.

Festa della Madonna del Carmine
- 16 Luglio -

Festa Madonna del Carmine

Ogni anno in occasione della Festa della Madonna del Carmine fervono i preparativi per organizzare la festa. Negli ultimi anni e cioè nel luglio 2012 sulla montagna “Laura”, presa a simbolo del Monte Carmelo in Palestina, il 7 luglio, alle ore 9, è stato organizzato un ritiro con i bambini appartenenti al gruppo “I Fiori del Carmelo”, dove prima della celebrazione eucaristica con i genitori, sono state impartite ai bambini da parte delle Ancelle di Santa Teresa del Bambino Gesù alcune nozioni sullo scapolare e  sul culto della Madonna del Carmine; lo stesso giorno è iniziato il Torneo “Madonna del Carmine” in notturna con gli oratori dei paesi viciniori. Inoltre, è stato organizzato come da programma il ritiro spirituale notturno dalle ore 21.00, domenica 8 luglio: “Nel silenzio della notte, guarda la stella, invoca Maria”. Il tema del ritiro riguardava la contemplazione al buio su alcuni passi del carmelitano San Giovanni della Croce tratti dall’opera la “Notte Oscura”; il ritiro è culminato nell’osservazione astronomica delle stelle in collaborazione con il gruppo astrofili del liceo scientifico di Vallo, diretto dal Prof. Helio Paolo Bartoli. Come ormai da tradizione il venerdì che precede la festa è dedicato alla “Via crucis” lungo il percorso naturalistico “Madonna del Carmine”, partendo dalla Chiesa fino alla Cappella.

Nel 2015 il tema della via crucis è stata la “luce” con una processione alla quale hanno partecipato i “Fiori del Carmelo” che hanno illuminato il percorso al crepuscolo con le loro lanterne.

Nel 2016 la “via crucis” ha avuto come tema la migrazione, durante la quale è stata portata una croce costruita a Lampedusa con il legno dei barconi dei migranti. E’ di tradizione ogni anno un torneo di briscola sulla piazzetta in località “Fusco”; mentre di mercoledì si tiene il consueto “Mercoledì del Carmine”, in ricordo di quando l’icona della Madonna del Carmine di Napoli fu portata a Roma nel 1500 e dal momento che l’ icona della Madonna, proprio di mercoledì, compì diversi miracoli, fu costretta dalla Curia romana a tornarsene a Napoli, visto che il suo culto stava per prendere il sopravvento sul protettore San Pietro. Le Novene alla Cappella vedono la partecipazione di molti fedeli, che per un’oretta possono godere nei pressi della cappella di una pace e di una serenità che ristora dalle fatiche e ansie quotidiane. Molto sentita è anche la processione, quando tutti i cittadini si impegnano ad addobbare la strada di passaggio con fiori e luminelli. E’ di consuetudine l’adorazione eucaristica nella cappella quando il sole è ormai tramontato. Ricordiamo con piacere la prima visita a Cardile del nuovo Vescovo, quando nel 2012 visitò la Nostra parrocchia. Nella Chiesa parrocchiale, in quell’anno, domenica 15 luglio ore 20,00, si svolse l’affidamento dei bambini di Cardile, chiamati “I fiori del Carmelo”, alla Madonna del Carmine, con vestizione dell’abito carmelitano e dello scapolare alla presenza di Padre Pious Kandathil, frate carmelitano della comunità di Caivano; Lunedì 16 luglio ore 11.30 vide la celebrazione del Vescovo S.E. Mons. Ciro Miniero e supplica; i canti composti dal Padre carmelitano Lucio Zappatore furono animati dal coro parrocchiale diretto dal parroco don Angelo Imbriaco, accompagnato all’organo da Lina Scelza; in serata spettacolo musicale per tutte le età; i bambini parteciparono il giorno 16 luglio  all’accoglienza del Vescovo, Mons. Ciro Miniero, in visita alla Parrocchia di Cardile e alla processione della sera alle ore 20; infine, diversi spettacoli musicali si sono succeduti la sera della festa sulla piazza, dando la possibilità a piccoli e grandi di divertirsi. La domenica successiva alla festa la statua è stata accompagnata nella sua casa.

Festa di San Rocco
- 16 Agosto -

Festa di San Rocco

Si è svolta a Cardile la festa in onore di San Rocco, un santo per il quale la comunità di Cardile dimostra da sempre la sua devozione. Invocato in tempo di peste, San Rocco ha dimostrato in un passato non molto recente la sua protezione nei confronti dei cardilesi in varie occasioni, ma, soprattutto, quando portato processionalmente tra le vie del paese, ha elargito grazie per guarigioni inaspettate nei confronti dei bambini.

Cardile, durante il periodo della peste del ‘600, fu particolarmente graziata per il numero di morti, visto che nella vicina Gioi la popolazione si ridusse di oltre 2/3, mentre a Cardile fu colpita per 1/3. Di qui la forte devozione verso il Santo degli appestati con l’edificazione della sua cappella alle porte del borgo di Cardile, proprio a simboleggiare la protezione del santo dal morbo mortifero. Quest’anno, anche se le condizioni atmosferiche non sono state delle migliori, la festa si è conclusa bene. Viva partecipazione, testimoniata dalla nutrita presenza di fedeli, c’è stata per la celebrazioni delle novene, culminate, poi, nel giorno della festa, con la solenne messa presieduta da don Gianluca Garofalo. La sera della vigilia della festa ha visto il coinvolgimento di piccoli e grandi con uno spettacolo di musica leggera e non solo, che ha permesso di ballare nella piazza fino a tarda sera. Dopo la processione, che ha attraversato le vie del paese, addobbato come una bomboniera, si è tenuto nella chiesa parrocchiale un concerto di musica lirica. Il giorno successivo si è svolta la tradizionale corsa podistica sia all’interno che all’esterno delle mura di Cardile, non solo con molti partecipanti di Cardile, ma anche con la presenza di atleti provenienti dai paesi limitrofi. Il programma della festa, il 18 agosto scorso, si è chiuso con l’osservazione delle stelle davanti la cappella della Madonna del Carmine e con la declamazione di poesie dell’Ing. Giuseppe De Vita, che ha presentato il suo ultimo libro “èreva re viento”.

Quello che maggiormente colpisce nell’organizzazione di tutte le feste, ma di questa in particolare, è la forte sinergia che si instaura tra i vari comitati di Cardile insieme alle associazioni, esprimendosi in un forte senso di collaborazione e di appartenenza nei confronti della festa. Che questi momenti di gioia e di festa nei confronti un Santo, da sempre caro al popolo cardilese, possano rappresentare l’apertura verso un mondo di unità, condivisione e di compartecipazione del popolo, in controtendenza all’isolamento e alle chiusure egoistiche, che sembrano farsi strada nel mondo di oggi, soprattutto tra le nuove generazioni. Un grazie va tributato a tutti coloro che hanno collaborato per la festa, ma soprattutto a Giovanni Rizzo e in particolare, come sottolineato anche da don Angelo il giorno della festa, alla famiglia di Nicola Rizzo, il quale, pur vivendo lontano, con la sua presenza a Cardile, testimonia il suo attaccamento alla Nostra comunità e come le sue radici, impiantate qui, siano più forti delle ali che un tempo lo portarono lontano dal suo paese natio.

Festa del SS. Rosario
- 1^ domenica di Ottobre -

Madonna del SS. Rosario

Dal volume di Ebner “Storia di un feudo del mezzogiorno” sono riportati ulteriori riferimenti all’altare del S.S. Rosario ed alla confraternita oltre a notizie sulla sepoltura dei morti e rendite della chiesa prima dell’incameramento da parte dello Stato unitario. Un primo riferimento porta la data del 7 ottobre 1583 quando il vicario di mons. Belo visitò la chiesa parrocchiale S. Giovanni Battista. Nel decreto sono menzionati il fonte battesimale e l’altare del S.S. Rosario con immagine su tela. Il 24 maggio 1698 il vicario De Pace, fratello del vescovo, nel visitare la chiesa parrocchiale inventariò i redditi di tutti gli altari tra cui quello del S.S. Rosario, la cui confraternita nel frattempo era stata sciolta. Nel decreto si accenna all’esistenza di un cimitero e non alle solite sepolture costruite nelle chiese. Lo stesso vicario annota che da una porta del cimitero si accedeva al giardino del palazzo baronale. Ora se in quest’ultimo decreto è riportato che la confraternita era stata sciolta, si presume che antecedentemente al 24 maggio 1698 essa fosse operativa. Ricompare il nome della confraternita nel decreto redatto in seguito alla visita pastorale del 14 gennaio 1736 già citato in precedenza.

Giungiamo all’11 settembre 1875 quando mons. Siciliani visitò la chiesa di Cardile di cui era parroco Carmine Rizzo. Il vescovo dispose, data la mancanza nel casale di un cimitero (evidentemente quello preesistente si rese inutilizzabile dopo gli editti napoleonici) che le sepolture venissero predisposte ed eseguite nelle cappelle di S. Maria del Carmine, delle Anime del Purgatorio (distante dal paese) e di S. Rocco (nel centro abitato). Visitò gli altari dedicati a S. Giovanni Battista (patrono), a S. Antonio ed al S.S. Rosario. Riguardo a quest’ultimo viene inventariata una statua di legno, una corona di argento del Bambino Gesù e si annota l’esistenza di una congrega di carità e della confraternita. Nello stesso decreto sono riportate le rendite della chiesa, antecedentemente all’incameramento da parte dello Stato unitario, che si traevano da 19 fondi rustici, da una casa, da una bottega e da sette canoni enfiteutici, per complessivi ducati 77,10. Alla relazione sui redditi il parroco unì l’inventario degli arredi preziosi: tre calici (uno tutto d’argento delle confraternita del Rosario) con tre patene, turibolo con navetta, un ostensorio ed una croce di legno rivestita d’argento.

Il 9 giugno 1890 il vicario foraneo di Gioi, canonico Giovanni Speranza delegato alle visite da mons. Maglione, visitò la chiesa di Cardile, nel corso della quale annotò una reliquia di S. Rocco con autentica collocata in un ostensorio argenteo e inoltre visitò l’altare dedicato alla Beata Vergine del Rosario sul quale era collocata una statua della Madonna ben ornata e l’altare era provvisto del necessario (candelabri e croce) gestito dagli iscritti della confraternita del S.S. Rosario composta da cento iscritti tra uomini e donne che si preoccupavano di gestire l’altare sostenendo con gli oneri annuali la gestione delle messe da celebrarsi secondo l’apposita tabella.